Una mostra pittorica che ha voluto mettere insieme arte e solidarietà. Il ricavato della vendita dei quadri, infatti, verrà devoluto all’associazione OFFICIUM onlus presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma per il supporto ai pazienti affetti da fibrosi cistica e alle loro famiglie.

Oggi presso gli spazi dell’associazione Officium la mostra Gli sguardi dell’anima della pittrice Anna Maria Bagnato. Un’esposizione che fa riflettere sulla forza della pittura e su come sia possibile attraverso l’arte promuovere inclusione e solidarietà. Quando, infatti, la pittura si fa promotrice di una visione del mondo, oserei dire di una vera e propria Weltanshauung, appassionata e capace di portare “il bello, il buono e il giusto” tra coloro che sono “di buona volontà”, il suo scopo più alto è raggiunto.

Come per il nostro giornale, “l’informazione sostenibile” non è solo quella di settore che parla di ambiente. Lo è anche quella che parla di “positizie”, di notizie che fanno bene al cuore e all’anima. Come questa mostra e tutto ciò che porta tra le persone la bellezza e l’intento di non dimenticare chi ha più necessità di supporto. Soprattutto se gli sguardi sono quelli delle donne, a cui la mostra è dedicata, “fiori d’acciaio” che spesso sanno guardare “più oltre” l’angusto orizzonte del quotidiano.

Green Planet News ha voluto intervistare l’artista per capire fin dove è possibile guardare con gli occhi dell’anima e della pittura. Perché, come abbiamo ricordato in uno dei nostri articoli, cultura e bellezza servono per resistere al mondo, diffondendone la parte migliore.

Gli sguardi dell’anima: come nasce questa mostra e perché hai scelto questo nome

Gli sguardi dell’anima nasce in modo semplice. Io amo dipingere i ritratti ed i volti, essi ci parlano rendendo ogni parola superflua o addirittura non sufficiente ad intendere gli stati d’animo.

Cosa significa per te la pittura, è un nutrimento dell’anima anzi guardare con l’anima?

Dipingo sin da quando ero bambina e ricordo che le suore mi mettevano a fare le scenografie per la recita di Natale (dovevo capirlo che la mia strada sarebbe stata quella…ma niente!). Capisci bene quindi quanto per me la pittura sia passione, amore, salvezza, eterno.

La pittura è un po’ come fermare il tempo e quando guardo i lavori dei grandi penso spesso che in quel modo non solo regalano ancora dopo secoli la bellezza, ma anche salvezza, il sapore del vivere e soprattutto l”eternità, la conseguenza di questo è quindi fisiologica: “carburante” per l’anima, importante al fine di prendere per poi dare.

A quali artisti ti ispiri e perché

Se dovessi pensare ad un artista specifico ti direi che nel tempo ho avuto svariate “cotte” artistiche, da Bougereau a Caravaggio, da Klimt ai preraffaelliti, da Tiziano a Tissot, passando per Sargent e Boldini.

Amo molto il loro modo di riprodurre la realtà, fra volti meravigliosi e scene di dame dai bellissimi abiti d’epoca, li trovo affascinanti e direi travolgenti. In realtà, però, sono io stessa un’anima ancora in cerca di se stessa anche nella pittura. Amo il Settecento, l’Ottocento e il Novecento ma ultimamente sto approdando anche all’astrattismo e probabilmente la mia prossima mostra sarà dedicata a questo genere.

Nella locandina gli sguardi sono femminili. Accade perché le donne rispetto agli uomini sanno guardare “più oltre”?

Non vorrei cadere nell’ovvio. Non è un dogma che le donne sappiano guardare “oltre” ma molto spesso è assolutamente vero. In realtà la mostra è volutamente dedicata alle donne ed alla loro fierezza, determinazione ed apparente fragilità che invece le riscopre come “fiori d’acciaio”, nonostante tutte le vicende che dobbiamo sentire nei TG e che ci fanno pensare a chissà quante altro orrori non emersi.

Non può mancare, per i lettori di Green Planet News, una informativa sui materiali che usi. Ti poni, anche per la tua arte, il problema della sostenibilità?

Come “ospite” del pianeta cerco di arrecare poco disturbo possibile attraverso il riciclo dei materiali, diluenti ecologici, sui colori ci sono alcuni pigmenti più complessi di altri ma fondamentalmente lavoro ricavando tutti i colori dai 3 primari, pulisco i pennelli con sapone di Marsiglia e utilizzo vecchie camicie di mio marito come straccetti per la tela. In ogni caso dipingo con qualsiasi materiale se mi sento ispirata.

Domanda che non si può non fare quando si parla di anima: è la pittura a renderci immortali o è l’anima che comunica la sua eternità attraverso la pittura, a far “entrare più luce” come disse Goethe?

Un po’ tutte e due le cose. Come ho già detto poco fa, noi rendiamo eterni quegli attimi, una specie di “potere magico” che ci consente di “congelare” un momento, un’epoca, un luogo, una persona. Riguardo i ritratti, essi sono a mio avviso qualcosa che va oltre la mera rappresentazione di un volto. Essi appunto riflettono l’anima, ci parlano e non di rado proviamo intense sensazioni di fronte ad un ritratto, non importa se belle o meno belle ma arrivano, ogni mio lavoro quindi ci parla di sé.

Concludiamo con ancora qualcosa su di te…

Su di me: ancora conservo un dipinto a tempera di “Bambi”. Durante il lockdown ho imparato a suonare uno strumento, ho preso altresì lezioni di canto (ahimè non ho tempo oer far tutto e resta sempre la pittura). Aderisco ad associazioni artistiche e spesso espongo con loro.

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