Sono passati circa 10 giorni da quando il coronavirus è entrato con impertinenza nella quotidianità di noi italiani.  Ore di allarmismo, di dubbi, di incomprensioni, di paura, di ansia e, spesso e volentieri, di esagerazioni. Di chi è la colpa di tutto questo? Della struttura ospedaliera del focolaio? Della sottovalutazione da parte del governo della gravità della situazione? Dei media che diffondono notizie contorte? Delle fake news? Del paziente 0 che, forse asintomatico, vaga ancora in giro per il paese a contagiare gli altri? O del paziente 1 che non è stato chiaro fin da subito?

Sono domande a cui è attualmente difficile dare una risposta. Sono quelle questioni che è giusto porsi, ma che ci stiamo facendo nel momento sbagliato.  C’è altro che ci dovrebbe girare per la testa e far stare in apprensione: le sorti economiche del nostro paese. Certo, la crisi è nazionale, ma ci sono alcuni settori che ne soffriranno più di altri. Uno di questi è il turismo, al quale l’arrivo del coronavirus ha portato cancellazioni di massa e probabili perdite di posti di lavoro.

Coronavirus e Turismo situazione attuale

L’incidenza del turismo sull’economia del nostro paese non è una fatto da sottovalutare. Basti pensare che genera quasi il 13% del PIL italiano e che il giro d’affari è di circa 146 miliardi di euro con 216mila esercizi ricettivi e 12mila agenzie di viaggio.  Il Sole 24 ore riporta che a Napoli hanno disdetto ben 15mila visitatori con una previsione di perdita del 30% durante la Pasqua; Venezia cala del 40% e altrettanto preoccupante è la situazione della Riviera romagnola che non esclude ricadute anche per l’estate; perfino nel Lazio c’è stato un crollo delle prenotazioni di circa il 60-70% protratte anche ai mesi che vanno verso la stagione estiva.

Fedele De Novellis, responsabile del gruppo di lavoro Previsioni e analisi macroeconomiche di Ref Ricerche, anticipa che: “le misure adottate in questi giorni hanno di per sé un impatto notevole e sicuramente nel primo trimestre avremo un forte calo del PIL”. Certo, sono state messe in atto misure preventive da parte del governo,  e a tal proposito il ministro dell’economia Roberto Gualtieri informa che si stanno preparando due decreti legge per sostenere le aziende delle aree colpite e, una di di carattere più generale, per i settori intaccati dalla diffusione del Covid-19. Ma nonostante questo migliaia di agenzie di viaggio rischiano di dover abbassare la saracinesca a causa dell’ondata di panico legata al diffondersi del virus.

Per non parlare, poi, di tutti i paesi esteri che hanno preso, e che continuano a prendere, misure precauzionali nei confronti dei viaggiatori provenienti dall’Italia. Forme restrittive che vanno da normalissimi controlli della temperatura corporea, a possibili quarantene, fino alla negazione del visto turistico. La situazione è davvero scoraggiante, ma dobbiamo provare ad avere fiducia e a sperare che l’attuale andamento in discesa del settore turistico, ritorni presto in salita.

Coronavirus, turismo, fiducia e resilienza

La prima cosa che dobbiamo fare è affidarci ai dati che abbiamo relativi alla mortalità di questo virus e, conseguentemente, ridurre l’allarmismo psicotico che stiamo vivendo. Fermiamoci un attimo, respiriamo, smettiamola di farci influenzare dai media, dalla televisione, dal whatsapp dell’amico  o dal cugino del cognato di Maria che gli ha detto che la nuora della sorella di Mimmo, e andiamo a cercare i numeri che contano.

Al momento attuale i dati epidemiologici, disponibili su decine di migliaia di casi e forniti da Giovanni Maga direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche , sono i seguenti: “causa sintomi lievi e moderati – una specie di influenza – nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva. Il rischio di gravi complicanze aumenta con l’età, e le persone sopra 65 anni o con patologie preesistenti o immunodepresse sono ovviamente più a rischio, così come lo sarebbero per l’influenza”.

Queste parole e i risultati presentati che sono frutto di studi su diversi pazienti dovrebbero rassicurarci e, almeno nelle zone non focolaio, farci condurre una vita normale e che punti a cercare di risollevare le sorti di un paese che è stato colpito durante una fase di disequilibrio e rilancio. Non solo fiducia verso la scienza e tutti coloro che lavorano duramente ogni giorno per arginare e sconfiggere il virus, ma anche resilienza.

Dobbiamo reagire razionalmente a tutto questo. Cercare il lato positivo, puntare su quello e portarlo avanti. Costi quel che costi! Rilanciare il turismo in questo momento in cui si sente parlare solo di coranavirus non è facile. Tuttavia, viviamo in Italia e abbiamo il Colosseo, i laghi lombardi, le montagne trentine, il rinascimento di Firenze, il mare sardo e tanto altro ancora. Siamo circondati da meraviglie eterne e che in molti ci invidiano. Abbiamo un potere nelle nostre mani grandissimo e adesso, più che mai, dobbiamo valorizzarlo. Smettiamola di condividere sui social notizie false come quelle di pseudo-giornali online. Finiamola di andare a saccheggiare i supermercati e impieghiamo le nostre energie nel promuovere il territorio.

Promozione territoriale e marketing digitale turistico

I Social Network sono degli strumenti straordinari. Se utilizzati con raziocinio e filtrando le giuste notizie, si trasformano in mezzi di comunicazione eccellenti e in tempo reale. In questi giorni i Social Media Manager di qualsiasi ente turistico, albergo o quant’altro, si sono trovati a dover fronteggiare un’emergenza atipica con conseguenti campagne pubblicitarie cancellate, silenzi stampa, lamentele e richieste di rimborso. Ma nonostante la crisi evidente e drastica del turismo, questi hanno reagito al panico coronavirus:

E la situazione Coronavirus e turismo dall’Italia all’estero?

Nonostante tutto, la situazione turismo e coronavirus per i viaggiatori verso l’estero sembra essere meno grave:

La realtà è che, se siamo in buona salute, possiamo viaggiare e possiamo accogliere turisti da tutto il mondo in quasi tutta Italia mantenendo delle semplici, normali e quotidiane accortezze. E sono queste le cose su cui puntare. Questo è ciò che dovremmo condividere sui Social Network, non allarmismi vari e spesso infondati.

Iniziamo a condividere le bellezze del nostro paese. Rilanciamo il turismo attraverso una promozione intelligente e reale del territorio. Condividiamo con il mondo le ricchezze che abbiamo, facciamogli capire che non viviamo come dei segregati infetti. Che la vita qua scorre, che ci stiamo riprendendo giorno dopo giorno e che il contagio non è così ingestibile come ci vogliono far pensare alcuni media. Smettiamola di far passare immagini terrificanti e di un paese congelato, perché non è e non deve essere così. E facciamo vedere che in buona condizione di salute possiamo andare anche all’estero, e sapete qual è la buona nuova? La maggior parte della popolazione italiana non presenta infezione da coronavirus.

Abbiamo superato crisi come l’11 settembre quando ci sembrava che sarebbe stato impossibile viaggiare per il mondo perché gli aerei venivano abbattuti; siamo riusciti a dimenticare il terrore degli attentati e abbiamo ripreso ad esplorare quante più nazioni possibili; non ci hanno fermato i terremoti e i rischi di una zona altamente sismica e pericolosa. Vogliamo far bloccare il turismo dal coronavirus che, al momento attuale, non è così critico come ci vogliono far credere?

Milano non si ferma e l’Italia nemmeno, ma non facciamolo neanche noi cittadini. Come dice il Sindaco Sala “Portiamo a casa risultati importanti perché ogni giorno non abbiamo paura”. E allora dimostriamolo! Facciamo il nostro piccolo e invadiamo le bacheche di foto del nostro paese, di noi italiani che siamo in viaggio in paesi stranieri e dimostriamo di non aver paura! Anche la felicità, la serenità, la fiducia e la resilienza sono contagiose, forse, anche di più del Covid-19 se solo lo volessimo per davvero. Per cui #milanononsiferma e noi, che siamo italiani e siamo famosi nel mondo per sapercela cavare e trovare sempre una soluzione alle difficoltà, cerchiamo di impegnarci ad infettare il globo con la nostra resilienza: #resilientitaly.

Articolo curato dalla redazione e realizzato con il contributo di Serena Proietti Colonna

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