Il gruppo SETA (Scienze e tecnologie agrarie) ha inviato una lettera al Parlamento italiano in cui consigliava di non adottare una misura legislativa a favore dell’agricoltura biologica e biodinamica rispetto a quella convenzionale. Un altro gruppo di scienziati ritiene invece che il governo italiano debba favorire l’agricoltura biologica e biodinamica e ne spiega le ragioni

Il presente articolo espone prima la lettera SETA al Parlamento italiano, e poi il punto di vista di altri ecologi, economisti, pedologi, ecologi, scrittori e artisti italiani e internazionali, tendenzialmente “protettori della natura” ma non idealisti.

Non sono nemmeno perfettamente d’accordo tra di loro. La divergenza porta sul “perché” sia necessario passare all’agricoltura biologica ma non sulla “necessità” di farlo. Ci sono anche differenze di opinioni sull’uso di OGM o sul come comportarsi verso i costi di un’agricoltura altamente tecnologica. A seguire il punto di vista di altri scienziati sul futuro dell’agricoltura in risposta alla lettera del Seta

Lettera spedita al Parlamento italiano dal gruppo SETA

Gentili Deputati e Senatori della Repubblica,
da diverse fonti apprendiamo che fra le priorità del nuovo Governo rientra l’approvazione del ddl 988. Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico. Premesso che ogni agricoltore rispettoso delle leggi è libero di produrre come meglio crede, vorremmo da cittadini e da studiosi porre all’attenzione dei nostri rappresentanti nelle istituzioni concetti che nel pubblico dibattito non trovano il più delle volte spazio:

Il Punto di vista di altri scienziati sul futuro dell’agricoltura in risposta alla lettera del SETA, dibattito sul biologico

Concordiamo con i seguenti punti contenuti nella lettera del gruppo SETA:

Per il resto, tuttavia, gli attacchi al decreto sono ingiustificati. Gli autori sostengono che l’agricoltura convenzionale è più economica dell’agricoltura biologica, ma non considerando dei costi molto importanti quali:

Si tratta di sviste tollerate fino a 30 anni fa. Al giorno d’oggi non è più possibile continuare a minare la casa in cui viviamo. L’agricoltura biologica e le sue diverse versioni sono risposte sicuramente più sostenibili di quelle dell’agricoltura convenzionale.

La sostenibilità è espressa da un’agricoltura biologica che punta su cicli quasi chiusi per le sostanze nutritive e organiche. Essi conservano la fertilità naturale del suolo e sono ben diversi dal flusso unidirezionale costante di sostanze nutritive tipico dall’agricoltura convenzionale.

Nell’agricoltura biologica, la fertilità dipende dal contenuto in sostanza organica (humus, per essere precisi) e dalla biodiversità del suolo, con l’associata attività microbica naturale. L’agricoltura biologica è anche molto meno dipendente da fonti energetiche fossili.

L’agricoltura di oggi (convenzionale, biologica, integrata, di precisione, conservativa, rigenerativa, biodinamica, agro-ecologica) ha l’oneroso compito di nutrire il pianeta, ma allo stesso tempo deve essere sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.

Pertanto, il confronto dei sistemi di produzione solo sulla base dei costi economici diretti non è più accettabile in quanto la nostra possibilità di continuare a utilizzare le risorse di questo pianeta dipende dalla sua stessa stabilità. Quando l’alternativa è “niente futuro ”, il guadagno economico deve lasciare il passo alla novità anche se non priva di inconvenienti.

Il ruolo della ricerca è di fornire supporto scientifico a un percorso nuovo, senza prendere acriticamente posizioni di parte. Sebbene l’Italia sia il luogo in cui Galileo ha sviluppato il metodo scientifico, come sottolineato dagli oppositori del progetto di legge sull’agricoltura biologica, è anche il paese in cui è stato imprigionato perché non rispettava la verità religiosa – che era anche quella scientifica – di allora.

La sostenibilità dell’agricoltura è anche una funzione della capacità di fare affidamento su nuove tecnologie per potenziare i servizi ecosistemici esistenti dell’ambiente. Sappiamo che gli agricoltori in generale seguono le indicazioni provenienti dalla scienza e dal mercato.

Probabilmente come scienziati e commercianti potremmo dover pronunciare un “mea culpa”. Quando crediamo nel progresso illimitato, non riusciamo a considerare le risorse naturali come un bene prezioso da conservare per le generazioni future.

Quando ci sforziamo di coltivare piante in sistemi senza suolo e con illuminazione artificiale, stiamo trascurando e voltando le spalle alle risorse ereditate dalla natura, come se stessimo già pianificando la nostra fuga su un altro pianeta. Quella di abbandonare il nostro pianeta in massa non è una soluzione praticabile nei prossimi decenni, e probabilmente nemmeno nei prossimi secoli.

Crediamo che coltivare e conciliare gli spiriti scientifici e sociali dell’umanità potrebbe portare a nuovi livelli di equilibrio. In primo luogo, abbiamo bisogno di conoscere e controllare meglio la relazione tra risorse e numero di esseri umani.

E quando immaginiamo come andare oltre, dovremmo cercare di farlo non solo come umani ma piuttosto come ecosistema Terra, dove gli umani non sono cervelli audaci che definiscono e controllano la realtà del mondo ma una delle specie biologiche che vivono in essa.

In conclusione, ci sono almeno tre ragioni scientifiche per preferire l’agricoltura biologica (e biodinamica) rispetto all’agricoltura convenzionale:

Per i fondamenti scientifici di queste conclusioni, il lettore potrà leggere l’articolo completo (in PDF), dove figurano  i riferimenti a centinaia di lavori scientifici pubblicati in riviste internazionali.

Articolo curato dalla redazione e realizzato con il contributo di Manola Testai

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