Lufthansa ha annunciato di aver scelto Roma per lanciare i suoi aerotaxi elettrici. Le perplessità però rimangono molte e non solo per il prezzo ancora proibitivo.

Quanti di noi, imbottigliati nel traffico della città, hanno sognato di poter aprire le ali della macchina e superare gli altri passeggeri sfrecciando a tutta velocità circondati da nuvole e grattacieli? Forse, per qualcuno, questa sarà una possibilità. Infatti, la compagnia aerea tedesca Lufthansa ha siglato la seconda parte di un accordo sottoscritto nel 2020 con l’azienda Lilium per lanciare in diverse città del mondo i suoi nuovi aerotaxi elettrici.

Tra le 42 metropoli selezionate compare anche Roma, anche se non si tratta di un vanto. Lufthansa ha pubblicato un report che spiega i criteri con cui sono state scelte le varie città: alcune hanno condizioni meteo favorevoli tutto l’anno, altre una buona conformazione geologica che permette viaggi senza ostacoli. Per quanto riguarda Roma, il motivo principale è il traffico molto congestionato e il trasporto pubblico non abbastanza efficiente. Spostandosi su un aeromobile si risparmierebbero i tempi di attesa di mezzi pubblici e taxi, oltre ai tanto odiati ingorghi stradali. Non solo, l’aerotaxi sarebbe un veicolo a emissioni zero, nonché molto silenzioso.

Proprio questi due punti sono però al centro di una grande controversia sorta in occasione delle Olimpiadi di Parigi. Infatti, per ridurre il traffico che presumibilmente interesserà le settimane vicine alle competizioni, la compagnia Velicopter ha pensato di fornire alla regione Ile-de-France i suoi piccoli aerotaxi elettrici per trasportare le persone nei suoi punti nevralgici. Tra questi, il nuovo vertiporto, ovvero una piattaforma adibita a partenze e arrivi dei velivoli, costruito nei pressi della stazione Austerlitz, sulle rive della Senna, nel cuore della capitale. Lo scopo di Velictopter e del Ministro della Transizione Ecologica, che ha dato il suo consenso al progetto il 4 luglio, sarebbe quello di dimostrare alle persone che un nuovo tipo di mobilità è possibile.

Tutto sembrava filare liscio, almeno finché il comune di Parigi, sotto le pressioni di Jérôme Coumet – sindaco del 13° arrondissement, dove si trova il vertiporto – e un collettivo di organizzazioni che combattono l’inquinamento atmosferico, hanno deciso di bloccare le operazioni, presentando due istanze di provvedimento cautelare il 15 e 17 luglio 2024, come riportato da Le Monde.

I taxi-volanti sono una aberrazione ambientale creata per gli ultra ricchi e ad oggi rappresenta uno scandalo democratico – ha affermato Dan Lert, la persona incaricata dal Consiglio della città di Parigi per monitorare la transizione ecologica. Dan Lert aggiunge che il governo uscente ha deciso di forzare le operazioni contro l’opinione unanime del consiglio di Parigi. Già nel 2023, infatti, erano emersi dei dubbi sulla fattibilità ambientale del progetto, anche se poi è stato comunque portato a termine.

L’accusa sostiene che questi elicotteri aumenteranno di molto l’inquinamento acustico per i residenti della capitale francese. Inoltre, i consumi energetici di questi mezzi saranno 30 volte maggiori rispetto all’utilizzo della metropolitana ed emetterebbero 45 volte più anidride carbonica, stimata a 190 kilowatt-ora per 100 chilometri, cioè due o tre volte di più rispetto a una automobile a motore. Il consumo è poi molto maggiore di quello delle semplici macchine elettriche (circa 15 kWh per 100 chilometri). Certo, il traffico in questo caso non diminuirebbe, ma un punto fondamentale dell’accusa riguarda il fatto che l’aereo possa trasportare soltanto una persona oltre al pilota pertanto la riduzione degli automobilisti in circolazione sarebbe minima.

A questo si aggiunge il costo per una sola tratta, che ammonta a 110 euro, rendendo ancora più irrisoria la quantità di potenziali clienti di questo mezzo di trasporto. Sembrerebbe, quindi, più un’occasione per la Volicopter per pubblicizzare se stessa a una ristretta ma potente fetta di popolazione durante un evento di risonanza mondiale, più che un effettivo servizio ai cittadini, come farebbe intendere la compagnia.

Lufthansa sembrerebbe invece più trasparente. Il report pubblicato dalla stessa compagnia afferma come, se da un lato il tempo della tratta dall’aeroporto alla stazione con un aerotaxi sarebbe di soli 10-15 minuti, cioè il 78% in meno rispetto all’utilizzo del trasporto pubblico, questo guadagno non ci sarebbe rispetto al privato. Infatti, utilizzando una macchina a motore, il guadagno in termini di tempo sarebbe quasi inesistente, contando le procedure di decollo e atterraggio per l’aerotaxi. Le quali avverrebbero grazie alle due apposite piattaforme che saranno installate una all’aeroporto di Roma Fiumicino e l’altra alla Stazione Termini, dove quindi ci si dovrà recare per gli spostamenti. Insomma, nessuno scenario futuristico in cui ognuno uscendo di casa può balzare su un velivolo e spostarsi istantaneamente da un quartiere all’altro. E’ chiaro quindi che i cittadini difficilmente sceglierebbero questo mezzo di trasporto in massa, visto anche il prezzo, di cui a breve parleremo.  

Se poi vogliamo guardare ai costi ambientali, Parigi ha probabilmente ragione. Uno studio del 2022 redatto dal dipartimento di Ingegneria e Innovazione dell’Università di Salerno ha reso noti i consumi ambientali del trasporto aereo urbano. L’impatto, calcolato in base a moltissimi fattori, a partire dalla produzione e smaltimento delle batterie ai trasporti verso e dai vertiporti, dimostra che le emissioni degli aerotaxi completamente elettrici sono sì inferiori a quelle di un veicolo stradale, sia a motore sia ibrido, ma non inferiori rispetto a un taxi stradale elettrico. Non è stata invece approfondita la differenza rispetto al trasporto pubblico, che è probabilmente la scelta meno impattante, specialmente se fornito di mezzi elettrici. Non sono al momento disponibili dati riguardanti l’eventuale inquinamento acustico, solo promesse di grande silenzio da parte della compagnia Lilium.

Infine, anche nel caso degli aerotaxi romani, si creerebbe una disparità sociale non indifferente. Una corsa veloce ed ecologica costerebbe circa 150 euro a persona a tratta. Almeno finché le tecnologie non diventeranno più economiche e il servizio più diffuso. Così sostiene Carlo Tursi, l’amministratore delegato di UrbanV, la società creata dagli aeroporti di Roma, Bologna, Venezia e Costa Azzurra per la progettazione e la realizzazione di una rete di vertiporti. Una volta usciti dalla fase di lancio – afferma Tursi – il mercato degli aerotaxi diventerà tutt’altro che un servizio per ricchi. Questo sarà possibile grazie al fatto che si tratta di macchine più semplici di quelle a propulsione, come gli elicotteri, con costi inferiori sia in fase di produzione, sia soprattutto di gestione.

E’ impossibile concludere senza notare come i grandi investimenti ricadano spesso su servizi privati e dedicati ai più abbienti, eliminando dal gioco quelli pubblici, di cui potrebbero beneficiare sin da subito molte più persone e per cui esistono già delle infrastrutture, migliorabili e ottimizzabili probabilmente con meno soldi rispetto a quelli investiti negli aerotaxi. La regione Ile-de-France ha stanziato 1 milione di euro all’azienda Volocopter per il progetto su Parigi. La tedesca Lilium, che produrrà i mezzi di Roma, è riuscita a raccogliere più di 192 milioni di dollari per implementare i suoi aeromobili. La Toyota ha investito 400 milioni di dollari nella start-up Joby Aviation, un’altra compagnia che punta sugli aerotaxi elettrici. Ma, mentre per loro il mondo sembra andare avanti, noi per ora siamo ancora imbottigliati nel traffico.

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